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I primi 150 anni della Tenconi: una straordinaria epopea familiare e imprenditoriale, a cavallo di due secoli.

   
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Michele Beffa, CEO della Tenconi, rievoca l’origine e le vicende dell’azienda leventinese: un percorso unico e irripetibile, fatto di intuizioni e di successi, che si intreccia indissolubilmente con quello di una regione e di un Cantone intero, in un contesto storico di grandi progressi e profonde trasformazioni.

 

Michele, proprio quest’anno la Tenconi SA - fondata ad Airolo nel 1871 da Ambrogio Tenconi - compie 150 anni. Chi era Ambrogio e perché, per creare la sua azienda, scelse proprio il comune di Airolo?
Ambrogio Tenconi era un fabbro ferraio di Menzago (oggi frazione di Sumirago, in provincia di Varese) che - nel lontano 1871 - decise di partire alla volta di Airolo, in Leventina, per cercare fortuna.

Foto 1-1Il fondatore Ambrogio Tenconi (al centro con la barba) in compagnia di alcuni operai.

All’epoca la Leventina era una terra ricca di opportunità: era infatti in piena costruzione il traforo ferroviario del San Gottardo, grande opera pubblica intorno alla quale si svilupparono diverse attività a carattere industriale, che fu portata a termine nel 1882. E poi non dobbiamo dimenticare che, durante il periodo della Belle Époque, quindi tra il 1885 e il 1914, la Leventina divenne anche una meta turistica di fama internazionale. Ancora oggi, in varie località della valle, sono visibili edifici in stile liberty che, proprio in quegli anni, erano grandi alberghi che ospitavano turisti giunti da ogni dove per trascorrere dei periodi di villeggiatura in alta quota. L’epopea turistica ebbe purtroppo fine con lo scoppio della Prima guerra mondiale.

Ambrogio ebbe otto figli: sei maschi (Camillo, Domenico, Faustino, Guglielmo, Emilio ed Enrico) e due femmine, Amalia e Lisa. Emilio, Amalia e Lisa emigrarono in Argentina, dove i loro discendenti vivono tuttora.

 

Dopo Ambrogio, la conduzione dell’azienda passò nelle mani prima dei figli e poi dei nipoti, i quali ne ampliarono e svilupparono l’attività. Vogliamo ricordare quali sono stati i loro rispettivi meriti?
Ambrogio, almeno inizialmente, si occupava della manutenzione delle diligenze, della produzione di campanacci per le mucche e, quando capitava, fungeva pure da cavadenti. Quando le diligenze furono soppiantate dal traffico ferroviario, il lavoro dell’officina - che nel frattempo aveva preso il nome di “Ambrogio Tenconi & Figli” - si concentrò soprattutto nella forgiatura di materiale ferroviario. Faustino e Guglielmo, dopo la morte del padre, avvenuta nel 1904, ampliarono e diversificarono l’attività, occupandosi pure dell’installazione di impianti sanitari e cucine, nonché della riparazione e della manutenzione delle automobili, che avevano nel frattempo fatto la loro apparizione sul mercato. Nello stesso anno, altri due figli di Ambrogio - Camillo e Domenico - fondarono la loro officina a Piotta, divenuta negli anni la TENSOL SA di Riccardo e Stelio Tenconi, oggi meglio nota come TENSOL RAIL SA di Giornico. Emilio, che lavorava con Faustino e Guglielmo ad Airolo, all’inizio degli anni Venti fondò anch’egli la sua officina meccanica a Rodi. Marco Tenconi ne continuò l’opera sotto la ragione sociale MTR, attiva ancora oggi dopo l’avvenuto trasferimento a Piotta. Insomma, molta dell’industria fiorente ancora oggi in Leventina deve i suoi natali alla Famiglia Tenconi!

 

 

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Gli stabilimenti di Airolo sotto la neve negli anni ‘50

 

È vero che furono soprattutto i figli di Guglielmo - Fausto ed Edoardo - a sviluppare a tal punto l’attività dell’officina airolese da trasformarla in una vera e propria impresa industriale?
Sì, è vero! Fu proprio durante la loro conduzione che, nel 1943, nacque la FTA, ovvero la Fratelli Tenconi Airolo. Essi investirono nell’acquisto di macchinari all’avanguardia e nell’edificazione di veri e propri stabili industriali, destinati in parte alla produzione, in parte agli uffici e alla mensa. Ai piani superiori, furono creati degli alloggi per gli operai.

 

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Fausto Tenconi con i rappresentanti delle FFS nel 1972.

 

Tenace, lungimirante e carismatico, Fausto - che parlava molto bene il tedesco - si propose alle FFS quale fornitore per una vasta gamma di pezzi. Già sessantenne, intuendo le potenzialità delle macchine a controllo numerico gestite tramite computer, le introdusse in azienda, con largo anticipo rispetto ad altri imprenditori. Inoltre, sull’impulso di una sempre più crescente domanda di energia elettrica, diede avvio alla costruzione di pali e tralicci per le linee ad alta e media tensione. Insomma, grazie ai due fratelli, caratterialmente diversi ma molto uniti e complementari tra loro, la Tenconi divenne l’industria più importante dell’Alta Leventina e, all’inizio degli anni ’70, arrivò a impiegare 150 persone.

Nel 1974 venne trasformata in società anonima e, nel 1992, cambiò la ragione sociale in Tenconi SA, alla morte di Edoardo Tenconi.

Edoardo non ebbe figli, mentre Fausto e la moglie ne ebbero addirittura cinque!

 

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Michele Beffa, CEO della Tenconi SA e nipote di Fausto Tenconi.

 

Tenconi e Airolo: un binomio vincente e indissolubile. Cosa rappresenta la fabbrica per il comune leventinese e per il tessuto economico della valle?
Tutto! È impossibile pensare al Comune di Airolo senza la Tenconi e viceversa… Innanzitutto, grazie alla presenza della Tenconi, ad Airolo e nei comuni limitrofi si sono insediati centinaia di lavoratori, molti dei quali stranieri, provenienti principalmente dall’Italia e dalla Turchia. Sono arrivati in Leventina con la famiglia al seguito oppure se la sono formata una volta approdati in valle. Questi lavoratori, per la maggior parte maestranze e operai, sono diventanti parte integrante del tessuto economico e sociale sia del Paese che dell’intera regione, favorendone la crescita.

Ma non finisce qui. La famiglia Tenconi ha contribuito in maniera determinante anche alla vita sociale locale e alla fioritura delle associazioni culturali, sostenendole finanziariamente: tra queste, la Civica filarmonica airolese e la società del carnevale, ma anche altre attività sportive e ricreative. Questo impegno nei confronti del territorio e di chi ci abita, è rimasto immutato negli anni e prosegue ancora oggi.

 

Veniamo ai giorni nostri. Ci sono ancora discendenti della famiglia Tenconi nell’azionariato o nella dirigenza dell’azienda?
Sì, ci siamo io, Michele Beffa, e mio cugino Fabrizio Lucchini che rappresentiamo la quinta generazione della famiglia! Non ci chiamiamo Tenconi di cognome, ma discendiamo entrambi da Fausto Tenconi, che era nostro nonno. Io sono figlio di Valeria Tenconi, che purtroppo non c’è più, mentre Fabrizio è figlio di Carla, sorella di Valeria, anch’essa defunta. Dopo un breve periodo in banca, ho vissuto e lavorato per una decina d’anni a Sydney, in Australia, dove mi sono specializzato in conduzione aziendale. Rientrato in Ticino, nel 2018 ho assunto la Direzione generale della Tenconi dove, in qualità di CEO, mi occupo di strategia e gestione aziendale, con una particolare attenzione alle finanze. Mio cugino Fabrizio invece, che lavora in azienda dal 2007, è responsabile delle vendite e conosce alla perfezione tutti i nostri prodotti. Anche mio padre, Silvano Beffa, ha lavorato per un certo periodo in Tenconi: dal 1971 al 1992 è stato responsabile della gestione amministrativa e finanziaria della ditta, collaborando pure regolarmente con Fausto Tenconi, allora Direttore, nel settore commerciale. Dal 2009, è Vicepresidente del Consiglio d’amministrazione.

 

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Fabrizio Lucchini, responsabile delle vendite, anche lui nipote di Fausto Tenconi.

 

 

Oggi, qual è il core business della Tenconi?
Attualmente la Tenconi conta quattro aree di attività: industria ferroviaria, industria metalmeccanica, carpenteria metallica ed energia.

Tra questi settori, quello ferroviario - suddiviso tra infrastruttura e rotabile - rimane tuttora il più importante.

Gli elementi infrastrutturali dei binari (traverse, giunti, morsetti e le piastre plastificate) vengono fabbricati nello storico stabilimento di Airolo, sapientemente diretto da Radovan Grebic. L’assemblaggio e la saldatura di componenti per le carrozze ferroviarie (materiale rotabile) avvengono invece all’interno della nostra sede di Cadenazzo. Inaugurata l’11 ottobre del 2012, essa è davvero molto grande: occupa un’area di 6'500 mq e costituisce un vero e proprio centro di competenze per la lavorazione meccanica e la saldatura manuale e robotizzata di componenti in alluminio.

 

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Saldatura manuale a filo.

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Saldatura robotizzata nel moderno stabilimento di Cadenazzo.

 

In percentuale, quanto di ciò che producete è destinato all’esportazione?
Esportiamo il 30% di quanto produciamo e lo facciamo in 38 paesi diversi, distribuiti nei cinque continenti.

 

Che tipo di competenze e di professionalità selezionate e impiegate in Tenconi?
Essenzialmente abbiamo bisogno di due tipologie di profili: tecnici meccanici e saldatori. I saldatori, in Ticino, fatichiamo a trovarli. Pertanto, questa competenza la andiamo a cercare sul mercato estero, in primis quello della vicina Italia. I polimeccanici, i tecnici in costruzioni meccaniche e i carpentieri, al contrario, li riusciamo a reperire piuttosto agevolmente sul mercato locale, anche grazie alla presenza del Campus Formativo di Bodio (CFB). Fondato il 1° maggio del 2016 per iniziativa di quattro aziende della Regione Tre Valli - l’Azienda Elettrica Ticinese, la Imerys Graphite & Carbon di Bodio, la Tensol Rail di Giornico e la Tenconi di Airolo - il Campus è un centro di formazione interaziendale industriale per apprendisti: polimeccanici e operatori in automazione. Esso è in grado di formare fino a 32 studenti, suddivisi sui 4 anni di apprendistato. Il primo biennio, i ragazzi lo svolgono presso il Centro; il secondo, invece, all’interno delle aziende promotrici. In Tenconi, seguiamo quattro apprendisti.

 

Fate fatica a trovare persone disposte ad andare a lavorare ad Airolo?
Fatichiamo eccome! Trovare persone giovani che siano disposte anche a viverci, poi, è diventata quasi una missione impossibile. È più facile che decidano di trasferirsi in Leventina persone di mezza età, con figli già grandi e indipendenti, piuttosto che coppie giovani con figli piccoli… Per i lavoratori frontalieri, poi, Airolo comincia ad essere lontano ed è per questo motivo che mettiamo loro a disposizione degli alloggi, proprio per consentire loro di rientrare al domicilio solo per il fine settimana o quando lo desiderano. Per i residenti, la trasferta è decisamente più sostenibile: in fondo, con l’autostrada, ad Airolo ci si arriva piuttosto velocemente. Detto questo, chi lavora in Tenconi tende a rimanerci a lungo, spesso fino alla pensione. Siamo orgogliosi di poter dire che, da noi, il turnover è davvero molto basso. Abbiamo dipendenti che sono in azienda da più di 30 anni! Questo attaccamento non nasce per caso: è frutto dell’attenzione che, da cinque generazioni, dedichiamo alla valorizzazione dei nostri collaboratori, ai quali offriamo un buon trattamento salariale e pensionistico, opportunità di formazione professionale e continua, possibilità di vitto e alloggio.

 

150 di vita, per un’azienda, sono un traguardo tutt’altro che scontato. Come vede i prossimi 50 anni della Tenconi?
Sotto una luce positiva! Com’è già avvenuto nei primi 150 anni della sua vita, la Tenconi dovrà continuare ad ampliare e a diversificare l’attività anche nei prossimi anni… Pur rimanendo fedele alla propria tradizione e al bagaglio di conoscenze ed expertises maturate in decenni e decenni di esercizio, dovrà essere capace di intercettare i nuovi trend tecnologici e di mercato, in modo da riuscire a rispondere positivamente alle inedite esigenze dei propri clienti e, naturalmente, acquisirne di nuovi.

 

Per concludere: quanto è rimasto dello spirito pionieristico del fondatore, Ambrogio Tenconi, nella realtà aziendale del 2021?
Moltissimo! Lo spirito di Ambrogio e i suoi valori sono inscritti nel DNA aziendale… A quali valori mi riferisco? Beh, all’impegno e a una dedizione quasi religiosa al lavoro, al considerare l’azienda come una grande famiglia, al voler condividere la prosperità economica con i propri collaboratori e con il territorio e, non da ultimo, all’attenzione a non fare mai il passo più lungo della gamba…

 

Come avete festeggiato questo importante traguardo?
A più riprese e con diverse iniziative! Innanzitutto, con due giornate di porte aperte negli stabilimenti di Airolo (il 25 settembre) e di Cadenazzo (il 9 ottobre): sono andate entrambe molto bene, abbiamo registrato un numero soddisfacente di visitatori, sia adulti che bambini, molto curiosi di conoscere la storia della nostra azienda. Giovedì 30 settembre poi, a Castione, hanno avuto luogo i festeggiamenti ufficiali, alla presenza di 150 invitati: autorità, rappresentanti delle istituzioni, esponenti del mondo economico e culturale, clienti e fornitori e molti altri ospiti. Il momento più emozionante però, mi creda, è stata la bellissima giornata che - venerdì 3 settembre - abbiamo trascorso in vetta al Monte Generoso con tutti i nostri collaboratori: un’occasione davvero unica, che rimarrà impressa nella nostra memoria per lungo tempo! Last but not least, la pubblicazione del libro commemorativo “Tenconi: centocinquant’anni in Leventina”, edito da Salvioni, che ha permesso anche a noi discendenti di venire a conoscenza di episodi e di particolari che ignoravamo. Un percorso a ritroso che ha ricostruito e fotografato non solo la storia di una famiglia e di un’azienda, ma di un intero Cantone a cavallo di due secoli.

 

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