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I lavoratori della gig economy

   
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Lo scorso anno l’Ufficio federale di statistica ha condotto un’indagine sulla gig economy, basandosi su dati raccolti nel corso del 2019 e intervistando 11’500 persone residenti in Svizzera. La gig economy è un modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale, temporaneo e spesso attraverso piattaforme digitali e online. Questo modello sembra però non decollare in Svizzera a differenza del resto del mondo.

Uber, Airbnb, Divoora e Smood stanno diventando sempre più spesso i datori di lavoro dei cosiddetti gig workers, ma dai dati raccolti dall’ufficio federale di statistica è emerso che solo l’1,6% della popolazione di età compresa tra 15 e 89 anni – circa 116’000 persone – ha dichiarato di avere lavorato tramite piattaforme digitali, aver dato in affitto una camera, un appartamento o una casa o venduto merci nei 12 mesi precedenti l'indagine. Inoltre, gli uomini che hanno fornito servizi simili sono il doppio rispetto alle donne.

I lavoratori della gig economy

Anche l’età sembra essere un fattore importante: le persone di età compresa tra i 30 e i 49 anni sono la fetta più importante dei gig workers (2,2%), seguiti dai 15-19enni (1,7%).
Queste attività sono solitamente temporanee e sporadiche, infatti il 74,2% dei prestatori di servizi su piattaforme (1,2% della popolazione totale) fornisce servizi lavorando meno di un’ora alla settimana e ottenendo un reddito annuo ante imposte inferiore a 1000 franchi all’anno: un guadagno limitato se considerato che il 51,2% dei prestatori di servizi su piattaforme lo fa per arrotondare (seguito dalla flessibilità e dalla personalizzazione degli orari di lavoro, 10,3%) e che dunque non costituisce la fonte primaria né necessaria per mantenersi. Infatti, il 3,4% afferma di aver optato per questa forma di servizi a pagamento per via della sua conciliabilità con gli obblighi familiari: è, dunque, un guadagno minimo supplementare che può essere gestito dal gig worker in base alla sua vita privata.

AITI_I lavoratori della gig economy

Secondo swissinfo potremmo essere giunti a un momento decisivo. A causa della pandemia lo scorso anno diversi gig workers sono stati costretti ad abbandonare o limitare il loro lavoro. Le restrizioni adottate dalla Nazione al fine di contenere la pandemia hanno portato diverse persone a smettere di lavorare (es. guidatori Uber, lavoratori domestici a chiamata, fotografi freelance, eccetera). Ciononostante, altri settori della gig economy sembra che abbiano tratto vantaggio dalla situazione, come il settore del food delivery e, dunque, i driver. Inoltre, si può ipotizzare anche un’accelerazione dei gig workers nel periodo post-Covid, a causa delle diverse persone disoccupate o sottoccupate che inizieranno un’attività lavorativa di questo tipo.

La gig economy è una trasformazione in corso da diversi anni del mondo del lavoro e può darsi, dunque, che anche la Svizzera conterà numerosi gig workers al suo interno, allineandosi al resto del mondo.

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