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Il futuro del pianeta è nelle mani delle Smart Cities?

   
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L’architetto ticinese Michele Giambonini ci aiuta a capire a che punto siamo nella transizione verso le città intelligenti ed ecosostenibili.

 

Il concetto di città intelligente risale a migliaia di anni fa, quando culture come quella egizia, romana e precolombiana crearono e svilupparono le prime città autosufficienti, in armonia con l’ambiente circostante e con i loro abitanti. 

Da allora, però, il quadro è completamente mutato. L’avvento della modernità, segnata dalla rivoluzione industriale e tecnologica, ha sensibilmente ridotto l’efficienza e la sostenibilità delle città.  Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), entro il 2050 la popolazione mondiale aumenterà di due miliardi di unità.

Considerando che la maggior parte delle persone vivrà nei grandi spazi urbani (dove si concentrano i servizi e le opportunità lavorative), i governi dovranno far fronte a questa crescita esponenziale, garantendo al contempo la sostenibilità delle risorse e la tutela dell’ambiente. Una valida risposta potrebbe essere rappresentata dalle Smart Cities. Una Smart City offre infatti un’elevata qualità della vita a fronte di un consumo minimo delle risorse, reso possibile dall’integrazione intelligente di sistemi d’informazione e di comunicazione: negli edifici, nei trasporti, nelle diverse aree delle città.

Ma a che punto siamo nella transizione verso le Smart Cities? Ne abbiamo parlato con l’architetto ticinese Michele Giambonini, rappresentante permanente della Federazione Internazionale dei mestieri del ramo immobiliare (FIABCI) presso l’ONU. Per l’ottimo lavoro svolto in questa funzione, recentemente Giambonini è stato insignito di una medaglia d’onore.

1. BLOG - Intervista a Michele Giambonini - Michele Giambonini_resL’arch. Michele Giambonini, rappresentante permamente della FIABCI presso l’ONU.

 

Arch. Giambonini, innanzitutto complimenti per la medaglia d’onore! Ci può illustrare brevemente i contenuti dell’iniziativa che l’ha portata a ottenere questo prestigioso riconoscimento?

Innanzitutto, desidero precisare che la FIABCI (Federazione Internazionale dei mestieri del ramo immobiliare) è consulente dell’ONU dal 1970: in pratica 7 suoi membri sono rappresentanti presso l’ONU e io, ticinese DOC, ho l’onore di essere uno di questi. Se vogliamo parlare di meriti, beh direi che il mio merito è stato quello di frequentare regolarmente gli eventi ONU relativi al “costruito” e di redigere - altrettanto regolarmente - dei rapporti, cercando di mettere a fuoco e di codificare come la Federazione possa concretamente contribuire alla realizzazione dei 17 obiettivi della sostenibilità (e dei relativi 240 parametri) fissati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. Sono stato il primo a farlo, si vede che la cosa è stata apprezzata. In buona sostanza, ho cercato di servire la Federazione, non di servirmi della Federazione!

 

Si sente continuamente parlare di sostenibilità e di emissioni zero a livello mondiale… Per come siamo messi oggi, sembra un obiettivo chimerico. Lei ci crede davvero?

Realisticamente parlando, ci credo parzialmente! Al momento, la tecnologia per centrare questo ambizioso traguardo non ce l’abbiamo ancora, forse ce l’avremo nel 2050. La tecnologia di cui disponiamo oggi ci permette di consumare un massimo di 2’000 Watt e, in questo senso, la Svizzera è davvero all’avanguardia. Facendo un passo indietro, credo di aver ricevuto la medaglia d’onore anche grazie al fatto che - all’interno di una Commissione dell’ONU di cui sono membro - ho spinto molto affinché si mettessero a confronto i “Green Label” e i diversi modelli attualmente esistenti nel mondo, giungendo alla conclusione che solo uno di questi - il modello “Società 2’000 Watt” di Zurigo, nato nei primi anni ’90 in seno al Politecnico - è stato capace di sviluppare un concetto di sostenibilità applicato ad una vera Smart City, realizzata - appunto - in riva alla Limmat.

 

2. BLOG - Intervista a Michele Giambonini - Veduta di Green City_res
Veduta di Green City, quartiere SMART di Zurigo.

 

Questa Smart City, che di fatto è un quartiere di Zurigo, è stata pianificata in modo tale che il suo approvvigionamento energetico sia equo e sostenibile. Lì il consumo pro capite per abitante, infatti, non supera la quota di 2’000 Watt al giorno. Giusto per darvi un termine di paragone, vi dico che attualmente il consumo medio giornaliero pro capite di energia negli USA è di 12’000 Watt mentre in Europa è di 6'000 Watt. L’esperienza zurighese l’ho portata in Commissione come esempio concreto, che funziona davvero!

 

Quali sono i parametri che qualificano come “Smart” una città? Esistono, in tal senso, delle linee guida internazionali?

Sì, esiste uno “Smart City Index” che fissa degli indicatori riguardanti l’ottimizzazione sia dei consumi energetici, sia dei consumi generati dalla mobilità. Poi ci sono degli indicatori che concernono la produzione sostenibile degli alimenti: idealmente, bisognerebbe cercare di produrre solo quello che viene richiesto e assorbito dal mercato, senza eccedenze quindi senza sprechi… Naturalmente, tutti gli indicatori che ho citato devono essere misurabili… Insomma, il grado di “Smartitudine” raggiunto deve poter essere sempre misurato!

 

Forse, più che delle città interamente Smart, al momento esistono dei quartieri Smart…

Giusto! Attualmente in Svizzera sono 38 i quartieri urbani che hanno ottenuto il Label dalla “Società 2’000 Watt”. Dietro il conferimento di questo Label, c’è la Confederazione, ovvero l’Ufficio Federale dell’energia. Questi 38 quartieri si trovano tutti nella Svizzera tedesca e nella Svizzera francese. L’ultimo in ordine di tempo ad essere stato realizzato è il Quartier de l’Etang di Ginevra: un quartiere costruito ex novo, non d’élite, finanziato da un privato. In Ticino, invece, ad oggi non esiste alcun quartiere Smart e nemmeno mi risulta che vi siano dei progetti che vadano in questa direzione… Peccato!

 

Qual è, attualmente, la città più Smart della Svizzera?

Senza dubbio Zurigo con il suo quartiere Green City, la cui sostenibilità non è solo energetica e ambientale, bensì anche alimentare. Le persone, a Green City, ci abitano, ci studiano e ci lavorano, ci comprano e ci consumano, raggiungendo un vero e proprio modello di autosufficienza. Smart Working, scuola e asilo a chilometro zero, strade senza traffico, spazi di aggregazione: è tutto condensato in un unico microcosmo.

 

3. BLOG - Intervista a Michele Giambonini -Vivere e lavorare a Green City_res
Vivere, lavorare e consumare a Green City.

 

E la città più Smart del mondo?

Senza ombra di dubbio Singapore! Con i suoi sei milioni di abitanti, è un concentrato di soluzioni Smart diffuse, non limitate all’esperienza di singoli quartieri. Nel 2014 il Primo ministro ha lanciato il progetto “Smart Nation”, imponendolo per così dire dall’alto. Il Paese, del resto, ha un modello di Governo dirigistico: una sorta di regime “tecnologico-amministrativo” che può agire in maniera efficiente ed efficace senza scontrarsi con cavilli e vincoli burocratici, anche grazie al fatto che - a Singapore - non ci sono di certo le normative di tutela della privacy che ci sono qui da noi… In più, e non è un particolare di poco conto, nella Città Stato asiatica circolano tanti soldi, quindi i progetti vengono lanciati e realizzati con grande velocità. È grazie a questi fattori che la bella Singapore ha potuto diventare una sorta di “laboratorio Smart” a cielo aperto, mettendo tuttavia in evidenza alcune criticità. Se, da una parte, l’impiego massiccio e diffuso dell’Intelligenza Artificiale e dei sensori IoT ha notevolmente facilitato la vita delle persone, dall’altra ha permesso allo Stato di controllarne e tracciarne i comportamenti e gli spostamenti.

 

È possibile riqualificare, in chiave Smart, una città già esistente, nata in epoche storiche anche remote?

Teoricamente sì! Nella pratica, però, si tratterebbe di un’operazione complicata e molto costosa. Una politica corretta ed efficace sarebbe quella di agire sugli edifici, riconvertendoli in costruzioni efficienti, ecosostenibili e intelligenti. In Svizzera, per centrare gli obiettivi fissati dalla “Società a 2’000 Watt”, bisognerebbe puntare molto di più sull’efficientamento degli edifici; oggi, infatti, solo 1/3 di essi è toccato da questo tipo di interventi. E poi, bisognerebbe puntare sulla mobilità pulita, a zero emissioni di CO2. Sia in Svizzera, sia a livello mondiale, continueremo ad avere delle situazioni a macchia di leopardo, molto diverse ed eterogenee tra loro. Alcuni Paesi europei, come ad esempio la Danimarca, l’Olanda e Lussemburgo, sono decisamente avanti: hanno già elettrificato la mobilità pubblica di diverse città e regioni! E non è cosa da poco…

 

In Ticino sono previsti degli incentivi economici per chi vuole intraprendere una transizione verso la costruzione o la ristrutturazione di edifici in chiave Smart?

A livello di interventi finalizzati al risparmio energetico, sono previsti dei finanziamenti pubblici per chi punta sul fotovoltaico, sui pannelli solari e sulle costruzioni di tipo Minergie… Purtroppo, al momento, non c’è nulla di più!

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