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Flip education. Capovolti si impara di più!

   
AITI
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Nel mondo della scuola si stanno diffondendo sperimentazioni didattiche molto incoraggianti, che cercano nuove vie per aumentare l’efficacia e l’efficienza dei percorsi formativi. Bisogna però ammettere che generalmente prevale ancora un approccio metodologico tradizionale, che prevede lezioni sostanzialmente frontali, seguite da studio individuale a casa e verifiche in classe. In altre parole qualcuno mi spiega la teoria e i concetti, poi spetta a me esercitarli e sperimentarli. Resto dunque da solo nel momento dell’applicazione, quello più delicato, che mette alla prova la mia effettiva competenza.


Le possibilità date dalle tecnologie hanno però offerto l’opportunità di capovolgere la situazione. In ambito pedagogico il concetto è conosciuto a livello internazionale come Flipped Classroom.

Gli ideatori di questa novità pedagogica partono dall’osservazione di come la tecnologia abbia prodotto un distacco sempre più marcato di gran parte del mondo scolastico dalle esigenze della società, dalle richieste del mondo delle imprese e dalle abilità e desideri degli studenti e delle loro famiglie.

Oggi un docente, professore, formatore si trova a tenere i suoi corsi davanti a gente connessa, che ha accesso istantaneamente all’informazione e alla conoscenza. Persone che sviluppano sempre più i loro interessi e curiosità fuori dalle aule scolastiche. Perché dunque continuare a trasmettere a scuola quello che è già disponibile a casa?

Flipped Classroom

L'insegnamento capovolto propone quindi l'inversione dei due momenti classici, lezione e studio individuale:

  • la lezione viene spostata a casa, dove l’allievo apprende grazie a video, podcast e testi proposti dagli insegnanti;
  • lo studio individuale viene spostato a scuola, dove l'insegnante può esercitare il suo ruolo di tutor al fianco degli studenti.

A casa, da soli o anche fra gruppi di pari, esercitiamo la nostra capacità di ascoltare, vedere e memorizzare. A scuola approfittiamo della presenza di un esperto che ci aiuta a comprendere, applicare, creare e valutare dei problemi pratici proposti dall’insegnante.

Il ruolo del formatore in questa dinamica cambia completamente e, da trasmettitore di conoscenza, si trasforma in una guida per l’allievo nel processo di costruzione di una competenza attiva, spendibile nella vita e nel lavoro.

Anche in azienda il concetto trova applicazioni estremamente interessanti. Dal classico learning on the job: “vieni qui accanto a me e proviamo a fare insieme!”, si passa a qualcosa di più moderno, dove l’ausilio di strumenti multimediali risulta particolarmente efficace e produttivo. I nuovi assunti, le collaboratrici ed i collaboratori che assumono nuovi ruoli e tutti coloro che devono costruire competenze operative, trovano sulle piattaforme aziendali una serie di materiali che permettono loro di apprendere nozioni e concetti e assimilare informazioni, nei tempi e modi più funzionali ai tempi di una giornata lavorativa.

flip education lavoro

Un cambio di prospettiva che produce un ribaltamento dei ruoli tra chi ha il compito di formare e chi ha la necessità di apprendere, dove il controllo pedagogico viene decisamente delegato a quest’ultimo. In altri termini, nell’assumere centralità nel processo collaboratrici e collaboratori sono chiamati ad assumere maggiore autonomia e responsabilità riguardo al proprio successo formativo, mentre il formatore assume il compito di guidarli nel loro percorso.

La diffusione della tecnologia, la sua facilità di utilizzo ed i costi drasticamente diminuiti grazie alle possibilità che oggi offrono anche i più comuni smartphone, rendono accessibili queste opportunità a tutte le aziende, anche le più piccole. Se non sapete come fare chiedete ad un Millenial o a un Post-Millenial. Lui saprà spiegarvi come si fa!

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