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Flexwork: l’adozione dell’orario flessibile

   
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Negli ultimi tempi il flexwork è diventato di moda, complice anche il coronavirus che ha costretto dipendenti e quadri dirigenti a non recarsi sul posto di lavoro. Ma il lavoro flessibile non comporta solo la possibilità di fare smart working, e cioè lavorare da casa o da un luogo diverso dall’ufficio.

impiegato controlla Lavoro flessibile possibilità di scegliere i propri orari

Quando si parla di flessibilità professionale può essere intesa anche come orari di lavoro flessibili, diversi dalla consueta fascia oraria lavorativa. Secondo una recente indagine condotta dall’Ufficio federale di Statistica, lo scorso anno in Svizzera il 46,2% delle persone dipendenti ha lavorato con orario flessibile, una percentuale in aumento rispetto al 40,9% del 2010.

Dunque, quasi una persona su due ha potuto decidere autonomamente l’orario dell’inizio e della fine della sua giornata lavorativa. Il 51,5% delle persone che hanno potuto disporre di tale libertà era di sesso maschile. Anche il settore professionale ha giocato un ruolo cruciale nella possibilità di usufruire di un orario di lavoro flessibile: i dipendenti che operano nei rami delle attività finanziarie e assicurative (77%) e nell’informazione e nella comunicazione (76,4%) utilizzano maggiormente il flexwork, mentre nei rami di servizi di alloggio e ristorazione, sanità e assistenza sociale ed edilizia è una pratica poco diffusa (rispettivamente il 18,4%, il 23,8% e il 24,4%).

Ma ci sono realmente dei vantaggi nell’adozione di un orario flessibile? La risposta è sì. L’idea di base, e cioè scardinare i confini dell’orario fisso, è concepita per migliorare il benessere sia del dipendente, sia dell’azienda. In poche parole: un dipendente che si autogestisce e diventa autonomo può organizzare efficacemente i suoi impegni fuori dall’ufficio, conciliando in maniera ottimale vita privata e lavoro e aumentando non solo la sua soddisfazione ma anche la sua produttività. Anche per le aziende l’orario flessibile può essere una buona soluzione: la produttività dei dipendenti aumenta così come il loro benessere, impattando direttamente sul welfare aziendale e sulla sua immagine e garantendo una fidelizzazione dei propri collaboratori.

Resta però da capire come organizzare un’azienda con orario flessibile. Il consiglio è di fissare un arco temporale durante il quale si può lavorare (per esempio tra le 7.00 e le 19.00), oppure la garanzia di portare a termine le 8 ore lavorative. Si può anche optare per una settimana corta, prevedendo che venerdì si lavori da casa o non lavorare affatto (naturalmente compensando con orari prolungati durante gli altri giorni) soprattutto durante i mesi estivi, anche se questo dipende fortemente dal settore nel quale si opera.

Lavoro flessibile lavorare da casa

La gestione più o meno autonoma, o almeno in parte, dell’orario di lavoro consente ai dipendenti una distribuzione del carico di lavoro più equa e sostenibile, un maggior benessere aziendale, una produttività spesso accresciuta. Con il passare degli anni sembra essere questa la direzione nella quale si stanno già muovendo diverse aziende… chissà che un giorno non diventi la normalità.

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