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La fine del lavoro dipendente?

   
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Il progresso tecnologico ha avuto un impatto positivo sull’occupazione: in Svizzera negli ultimi 25 anni sono stati creati al netto 800’000 nuovi posti di lavoro. Secondo previsioni attendibili, tuttavia effettuate prima del Covid-19, dal 2016 al 2025 dovrebbero essere creati sempre in Svizzera al netto 270’000 nuovi posti di lavoro.

La struttura del lavoro sta cambiando. Oggi nel mondo 2 miliardi di persone lavorano con un contratto da dipendente e 1 miliardo da indipendente. In pochi decenni la quota di lavoratori indipendenti raddoppierà a 2 miliardi mentre che quella dei dipendenti dovrebbe restare stabile. Ciò significa che siamo destinati a diventare dei prestatori di servizi per le aziende che ci impiegheranno? Se sì con quali conseguenze per il nostro sistema pensionistico e previdenziale?

AITI_La fine del lavoro dipendente

Almeno il 50 % dei posti di lavoro in Svizzera è automatizzabile. Ma che ciò avvenga e a quale velocità dipende non solo dai trend ma anche dalle decisioni delle imprese, che a loro volta devono tenere conto dei costi di questi processi.

Aumenta il livello delle esigenze del mercato del lavoro ticinese in termini di competenze: la quota parte di posti di lavoro per la quale le aziende richiedono qualifiche elevate è passata dal 20 % nel 2000 a quasi il 40 % attualmente. La domanda di personale con formazione superiore e competenze sia tecniche sia relazionali aumenterà nei prossimi anni.

Nel 2030 la domanda mondiale di competenze tecnologiche rappresenterà il 17 % delle ore lavorate; la domanda di competenze sociali, emozionali e capacità manageriali e di leadership rappresenterà il 22 % delle ore lavorate.

I cambiamenti nel mercato del lavoro non sono dettati solo dai trend tecnologici bensì anche da altri fattori, come ad esempio la demografia, la protezione ambientale e la globalizzazione

Concentrarsi solo sugli effetti negativi non consente di cogliere in pieno il meccanismo economico fondamentale determinato dall’automazione: essa aumenta il valore delle mansioni svolte esclusivamente dagli uomini.

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Vi sarà pure una maggiore diffusione del lavoro a tempo determinato e del lavoro per più datori di lavoro, nonché della Gig-Economy (si lavora quando c’è richiesta). La digitalizzazione dell’economia accrescerà il volume del cosiddetto lavoro per le piattaforme digitali, perché nasceranno e si svilupperanno professioni che saranno appunto regolate da questa sorta di “nuovi datori di lavoro”.

Saranno senz’altro necessari maggiori investimenti nella formazione, anche per recuperare chi è rimasto indietro. Basti pensare che in Svizzera 800’000 persone hanno difficoltà a leggere e scrivere e oltre 400’000 persone fra i 16 e i 64 anni hanno difficoltà a utilizzare le tecnologie ICT.

Il mondo del lavoro si trasforma, nascono nuove figure imprenditoriali e datori di lavoro diversi. Dobbiamo prenderne atto cercando di trovare le migliori situazioni per lasciare indietro il minor numero di persone possibili. L’essere umano ha sempre saputo adattarsi alle nuove tecnologie; questa volta la sfida appare ancor più impegnativa.

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