Il professor Martin Patel dell’Università di Ginevra non ha dubbi. Se si parla di efficienza energetica la Svizzera è di gran lunga la Nazione in Europa con le industrie a minore intensità energetica. Un consumo ad esempio tre volte più basso di quello della Germania. Addirittura dieci volte meno di quello della Finlandia. E il Ticino non fa eccezione. Anzi.
Si cominciano a raccogliere i frutti sperati
Un dato questo che rappresenta un degno riconoscimento per una Nazione che ormai da anni si impegna con i fatti per cercare di migliorare la situazione. Grazie infatti alle misure adottate nel 2001 le imprese con un accordo sugli obiettivi risparmiano complessivamente circa 2,3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ossia il 30%. Risultati decisamente migliori addirittura delle attese iniziali. Più di quanto ci si sarebbe aspettati con il solo impatto della tassa sul CO2. Focalizzandoci sul nostro Cantone sono 309 gli stabilimenti che partecipano al sistema di gestione dell’energia promosso dall’AEnEC. Aziende che lo scorso anno sono risultate essere altamente efficienti avendo ridotto la loro intensità di CO2 di ben 7 punti percentuali in più di quanto concordato. A conti fatti ciò equivale per il Ticino ad un risparmio di 5 milioni di franchi. Non solo Co2 però. Anche a livello di consumo elettrico i risparmi sono risultati elevati. Un ulteriore dimostrazione del fatto che la tematica relativa ai consumi è molto presente nelle cultura delle imprese ticinesi.
La strada è tracciata
Nelle grandi industrie sono anni che gli esperti si impegnano a risparmiare energia. In che modo? Con analisi mirate individuano sempre nuovi potenziali campi d’intervento fino a quel momento inutilizzati. Riscontrando fra le altre cose un dato di fatto sorprendente: più un’impresa è piccola e più i costi energetici sono insignificanti. Maggiori sono però anche le misure di efficienza energetica introdotte. La domanda sorge dunque spontanea. Perché queste aziende si impegnano ad essere efficienti se già i costi energetici sono bassi? Per loro infatti questo rappresenta uno stimolo ad ottenere il rimborso della tassa sul CO2. In cambio le imprese accettano di rispettare obiettivi vincolanti facendosi anche monitorare di anno in anno per essere certe di aver imboccato la strada giusta.
Potenziale tutt'altro che esaurito
In primo luogo infatti ci sono sempre nuove vie da percorrere, nuove potenzialità economiche emergenti o frutto di innovazioni e cambiamenti. A titolo di esempio basterebbe analizzare il modello energetico di Zurigo che da oltre 30 anni sta incrementando l’efficienza. In seconda battuta poi va ricordato che non tutte le imprese possiedono, oggi, una gestione energetica altamente efficiente.