Inudstry-concept

Duello o duetto? Imprese ticinesi e guerra dei dazi

   
AITI
< Indietro

 
Gli imprenditori ticinesi stanno vivendo un momento molto complesso e pieno di incertezze. La “guerra dei dazi” e le tensioni geopolitiche stanno ridisegnando i flussi commerciali internazionali. Per un territorio come il Ticino, fortemente orientato all’export, le conseguenze sono tangibili: costi più alti per le materie prime, mercati che si restringono e catene di approvvigionamento che si interrompono.

Solo per dare un ordine di grandezza: la Svizzera esporta beni per oltre 400 miliardi di franchi l’anno, di cui circa il 45% verso l’UE. Il Ticino, pur rappresentando meno del 3% della popolazione, contribuisce per circa 7 miliardi di franchi all’export nazionale. I settori più colpiti dalle nuove tensioni commerciali sono quelli tipici del nostro tessuto produttivo: meccanica di precisione, farmaceutica, elettronica e agroalimentare.

In questo contesto, molte aziende reagiscono con la logica del duello, abbassano i prezzi per non perdere clienti, spostano la produzione all’estero o entrano in conflitto con i fornitori per scaricare i costi. È una strategia comprensibile e molto umana, ma anche rischiosa. Nel breve periodo offre un po' di respiro, ma nel lungo logora e impoverisce.

Pensiamo a una PMI ticinese che lavora come subfornitore per l’industria meccanica lombarda o germanica. Se il suo cliente europeo subisce dazi sull’export verso gli Stati Uniti tenderà a scaricare la pressione sui propri fornitori, innescando una serie di duelli locali che non fanno vincere nessuno.

55

L’alternativa è il duetto, cioè la costruzione di alleanze strategiche:

  • creare consorzi di esportazione per presentarsi sui mercati con più forza;
  • sviluppare partnership tecnologiche tra PMI ticinesi e centri di ricerca (USI, SUPSI) per differenziarsi sulla qualità, non sul prezzo;
  • rafforzare i legami transfrontalieri con imprese italiane ed europee, non solo come subfornitori, ma come partner di filiera per affrontare insieme i mercati extra-UE.

Esempi concreti non mancano: il polo della farmaceutica tra Basilea e il Ticino mostra come la cooperazione tra grandi gruppi e PMI porti a una filiera più resiliente; nel settore agroalimentare, i consorzi del vino e dei prodotti tipici ticinesi hanno già dimostrato che unendo le forze si guadagna visibilità internazionale, anche in mercati protetti da barriere tariffarie.

Gli imprenditori ticinesi non possono controllare le decisioni di Washington, Bruxelles o Pechino. Possono però decidere come reagire. Restare fermi nella logica del duello oppure scegliere il duetto e provare a trasformare un periodo di crisi in un’occasione di rilancio?

Il Ticino ha un vantaggio unico come ponte naturale tra Svizzera ed Europa. In tempi di guerra dei dazi, chi saprà sfruttare questa posizione non solo resisterà, ma potrà anche crescere. Perché quando i governi alzano barriere, alle imprese serve più che mai abbatterne altre, quelle tra aziende, settori e territori.

Altri articoli del blog