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Downshifting: l’arte di rallentare

   
AITI
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Fare carriera è un’ambizione che accomuna molti lavoratori. Tuttavia, salire di ruolo significa sì uno stipendio più elevato, ma anche meno tempo libero e maggiori responsabilità.

Come abbiamo già visto, la pandemia ha influito sul modo di pensare e praticare il lavoro: ora si dà più importanza ad aspetti non strettamente legati alla professione, come per esempio la famiglia, il tempo libero, la necessità di dedicare più tempo ai propri interessi e alle proprie passioni. Il lavoro è dunque uno tra i tanti aspetti della vita quotidiana e forse, per tanti, nemmeno il più importante.

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Per questo motivo, alcuni lavoratori hanno deciso di seguire la tendenza del “downshifting”, in italiano tradotto con “semplicità volontaria”. Si tratta di saper rallentare ed essere in grado di mettere la felicità e il benessere al primo posto. In poche parole, in ambito lavorativo, significa rinunciare consapevolmente a una promozione, a un avanzamento di ruolo o – in casi più estremi – tornare a un lavoro precedente, a una posizione con minor responsabilità o cambiare totalmente lavoro.

Solitamente un passaggio di questo tipo lo si compie per cercare di ridurre le ore di lavoro o perché interessati ad un altro tipo di mansione, che permetta una maggiore flessibilità e/o che sia affine agli interessi del lavoratore.

Una decelerazione pianificata può significare meno stress, più benessere, maggior capacità di bilanciare vita privata e professionale.

Downshifting

Naturalmente, prima di retrocedere o di rifiutare una posizione, è bene parlare con il proprio datore di lavoro ed essere coscienti della scelta che si vuole compiere. Una riduzione delle ore lavorative o una retrocessione di ruolo significano, per esempio, un salario più basso, ma anche la possibilità di intaccare la propria reputazione all’interno dell’azienda. Tuttavia, i suoi benefici – se la scelta è davvero ponderata e consapevole – sembrano essere maggiori e scongiurano episodi spiacevoli quali l’esaurimento o una mal pianificazione della work-life balance con conseguente assenteismo e produttività inferiore.

Il downshifting è dunque una sospensione: la necessità di mettere in pausa il lavoro per ripensare alle esigenze personali e fare una classifica dalla più importante alla meno. Chi desidera strutturare meglio la vita privata, e dare maggior importanza ad essa, può trovare una soluzione nella semplicità volontaria. Senza dimenticare, però, che il percorso per abbracciare il downshifting deve essere graduale e ponderato, nonché discusso con il datore di lavoro e, eventualmente, con la propria famiglia.

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