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Cosa succede alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale? Finora la tecnologia non ha quasi avuto impatto economico

   
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L’intelligenza artificiale trasformerà davvero l’economia e i posti di lavoro? Le cinque più importanti aziende tecnologiche al mondo – Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft – investono nel 2024 circa 400 miliardi di dollari per ricerca e sviluppo hardware sull’intelligenza artificiale.

L’IA è sulla bocca di molti. Si sprecano i convegni e i dibattiti, anche alle nostre latitudini, per dire che l’IA trasformerà l’economia e i posti di lavoro. Ma affinché l’intelligenza artificiale possa davvero espletare il suo potenziale sulla trasformazione dell’economia – lo ricordava recentemente anche il settimanale inglese The Economist – le aziende devono acquistare la tecnologia, adattarla alle loro esigenze e aumentare di conseguenza la loro produttività. Se ci trasferiamo dalla costa occidentale degli Stati Uniti verso il resto del paese ma pure verso altre aree del mondo, l’IA non sembra mostrare, almeno per il momento, un grande impatto sull’economia. E’ solo questione di tempo?

La risposta appare persino schizofrenica. Secondo sondaggi effettuati negli Stati Uniti ma anche in Europa e in Asia, due terzi delle persone intervistate affermano che la propria azienda usa già sistemi di intelligenza artificiale. In effetti la cifra è credibile perché oggi come oggi utilizzando internet oppure ascoltando musica sulle piattaforme si sta già applicando l’IA. Ma nei processi aziendali veri e propri l’IA può essere ancora considerata un’attività di nicchia, non dimenticando il fatto che il mondo è popolato prima di tutto da piccole e medie aziende e non certo da multinazionali.

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A questa evoluzione al rallentatore dell’IA nell’economia non sono estranee talune fondate preoccupazioni. Ci riferiamo in particolare alla garanzia della sicurezza dei dati e persino alla possibilità di alterare gli algoritmi utilizzati. Si sono create situazioni di errori che per aziende che producono e vendono beni e servizi finiscono per provocare grossi danni. Un'altro problema deriva invece dalla difficoltà o, meglio, dal rischio di investire in azienda in troppi piccoli e singoli progetti di IA a fronte invece di considerare l’intelligenza artificiale un fattore di sviluppo globale tramite una strategia complessiva per tutta l’azienda. Ma percorrere questa strada è difficile in quanto l’IA evolve velocemente, mentre l’azienda deve investire le proprie risorse in maniera precisa e lungimirante. I soldi da dedicare agli investimenti non sono mai molti e dunque bisogna “sparare a colpo sicuro”. Per il momento l’utilizzo dell’IA generativa nelle aziende nella maggior parte dei casi resta confinata a compiti ristretti e meno complessi. Ad esempio: gestione paghe, informazioni ai clienti, marketing, generazione di testi semplici.

Goldman Sachs ha costruito un indice del mercato azionario che tiene traccia delle società che dal punto di vista della banca hanno il più grande potenziale di cambiamento stimato rispetto agli utili derivanti dall’uso dell’IA. Ebbene, dal 2022 il valore delle azioni di queste società non ha generato alcuna performance superiore. In altre parole, gli investitori non vedono alcuna prospettiva di profitti extra tramite l’IA.

Non abbiamo ancora parlato dell’effetto sui posti di lavoro, di cui tanto si discute. Mediamente nei paesi industrializzati la disoccupazione resta entro il confine del 5 %. La quota di occupazione è parimenti vicina al massimo storico. Non si nota inoltre uno spostamento più veloce del solito di lavoratori da un’azienda all’altra, come probabilmente dovrebbe accadere se molti posti di lavoro sparissero, magari proprio a causa dell’IA. L’intelligenza artificiale ridurrà i tempi di lavoro e aumenterà l’efficienza, ma ciò non vuole ancora dire che la produttività aumenterà significativamente.

Nei paesi industrializzati gli investimenti in IA aumentano ma a ritmi contenuti. La storia ci insegna che le ondate tecnologiche hanno bisogno di tempo per diffondersi nella realtà concreta. Potrebbe essere così anche per l’intelligenza artificiale.

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