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Competenze trasversali in azienda: gestire i conflitti

   
AITI
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Come in tutte le cose, anche nei confronti delle cosiddette competenze trasversali, o soft skills, la consapevolezza della loro importanza nasce nel momento in cui la loro assenza si manifesta in modo drammatico.

All’interno delle organizzazioni, la manifestazione più grave di una carenza di competenze trasversali si manifesta nell’esplosione di un conflitto tra due o più collaboratori.

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Quando si rompe un macchinario o un impianto qualunque, il problema è evidente e, a patto di sapere a chi rivolgersi, è possibile gestire il problema pianificando tempi certi di soluzione. Quando a “rompersi”, invece, è la relazione tra due persone, le difficoltà, al contrario, sono quasi insormontabili.

Il conflitto tra due collaboratori può evolvere fino al punto in cui i protagonisti, pur di mettere in difficoltà la controparte, compiono atti di vero e proprio boicottaggio, arrecando così danni veri e propri non solo a sé stessi, ma a tutta l’organizzazione. Queste azioni, a differenza del guasto di un macchinario, avvengono in maniera pressoché invisibile. Per un lungo periodo, infatti, un conflitto che degenera gradualmente provoca i propri danni, per così dire “al di sotto della superficie” e si manifesta in modo eclatante solo quando la situazione è diventata troppo grave per potervi porre rimedio.

Infine, va sottolineato che se nelle aziende abbondano gli specialisti in grado di intervenire su un guasto tecnico, così non è nel caso del conflitto, di fronte al quale si resta spesso completamente inermi.

Oggi, la questione è di estrema urgenza. Per organizzazioni sempre più flessibili e sollecitate nel cambiamento, la qualità della comunicazione interna è un fattore critico di successo e un’ostilità può compromettere seriamente l’efficienza dell’intero processo.

Per poter intervenire su un’animosità è necessario che tutti in azienda sappiano di cosa si tratta. Ebbene: è importante conoscere che un conflitto nasce ogni volta in cui due persone manifestano posizioni contrastanti; pertanto, ogniqualvolta si trovano a non condividere le stesse idee, prospettive, opinioni, desideri ed obiettivi.

Ossia, praticamente, ogni giorno.

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Questo ci consente dunque di constatare che non tutti i conflitti degenerano in manifestazioni estreme. Al contrario, nella maggior parte dei casi, in situazioni di conflitto, le parti mettono in atto in modo del tutto naturale, comportamenti mirati ad attenuarlo e trasformarlo in un’esperienza utile e costruttiva.

Sapere che le ostilità sono un elemento costantemente presente nelle nostre vite è una nozione che ogni lavoratore oggi dovrebbe possedere. Esse non vanno infatti evitate, eliminate, ignorate o, peggio ancora, nascoste; è il loro livello di gravità che deve essere gestito con consapevolezza e perizia.

La competenza nella gestione dei conflitti consiste nella capacità di riconoscerli, di valutarne l’intensità e di intraprendere le misure adeguate ad evitare che degenerino provocando danni.

Le perdite di efficienza nei processi aziendali causate da conflitti tra persone, al giorno d’oggi costituiscono una voragine sconosciuta e difficilmente quantificabile. L’ottimizzazione dei processi che si può ottenere grazie a una diffusa capacità di gestirli potrebbe pertanto rivelarsi decisiva per le sorti di ogni organizzazione.

 

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