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Come l’economia e la società possono garantire la disponibilità di manodopera

   
AITI
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L’Unione svizzera degli imprenditori, di cui AITI fa parte, ha pubblicato recentemente 8 proposte per affrontare il tema della carenza di manodopera qualificata, considerata il freno principale dell’economia svizzera.

Sono già circa 120’000 le posizioni vacanti e questo sviluppo è destinato a rafforzarsi: un milione di baby boomer sta andando in pensione.

Poiché le nuove generazioni fanno meno figli, entro il 2030 la Svizzera registrerà una carenza di mezzo milione di lavoratori. La situazione è ulteriormente aggravata dalla diminuzione delle ore di lavoro effettive lavorate. Il boom del part-time, inoltre, ha portato la popolazione a lavorare 14 giorni in meno all’anno rispetto a dieci anni fa.

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Se entrambi i genitori sono obbligati a partecipare al mercato del lavoro con percentuali di impiego alte, devono poter contare su strutture di accudimento extrafamiliari ben funzionanti e disponibili ovunque. Gli asili nido e le scuole diurne devono pertanto essere promossi maggiormente e ogni franco statale che sovvenziona l’assistenza all’infanzia deve essere destinato a un lavoro supplementare o alla formazione e non a un aumento del tempo libero. Da parte loro, i datori di lavoro sono chiamati a offrire condizioni di lavoro favorevoli alla conciliabilità lavoro-famiglia. Vanno aboliti gli svantaggi fiscali per le coppie sposate e gli incentivi negativi all’occupazione, inoltre, va introdotta la tassazione individuale. Quest’ultima genererebbe fino a 60’000 nuovi posti di lavoro a tempo pieno.

È necessario risvegliare l’interesse dei giovani e dei loro genitori per la formazione professionale ed è altresì importante trasmettere in una fase precoce, soprattutto alle giovani donne, profili professionali adeguati e quelli che sono i vantaggi della formazione professionale. Inoltre, può contribuire ad aumentare il riconoscimento della formazione professionale e di quella professionale superiore, l’introduzione di una laurea e di un master orientati alle professioni.

Dal momento che la tendenza verso le mini-percentuali di lavoro continua, soprattutto tra gli accademici, la loro costosa formazione sta diventando sempre meno conveniente dal punto di vista sociale. Per un posto di lavoro a tempo pieno, devono essere formate a livello universitario due o tre persone. I datori di lavoro chiedono inoltre che l’orientamento allo studio venga integrato nella scuola superiore. Ciò consentirà di mostrare ai giovani, particolarmente quelli abili a scuola, tutte le opzioni e le possibili conseguenze, nonché le opportunità della formazione professionale.

Come l’economia e la società possono garantire la disponibilità di manodopera

I datori di lavoro si aspettano inoltre che la modernizzazione della Legge sul lavoro abbia un effetto importante su un migliore utilizzo della manodopera indigena qualificata. Le rigide norme sull’orario di lavoro dovrebbero essere allentate in maniera mirata, in modo che i collaboratori possano impostare flessibilmente il loro orario di lavoro e, ad esempio, interrompere il lavoro per occuparsi di esigenze private.

A questo proposito, l’USI rimarca che gli studi dimostrano che una maggiore autonomia sull’orario sul lavoro ha un effetto positivo sulla gestione delle situazioni di stress.

Per attuare il pacchetto di misure, siamo tutti chiamati in causa «Le aziende, la politica, ma anche la società dovranno muoversi e, in alcuni casi, reinventarsi se non vogliamo colmare la grande domanda di manodopera dei prossimi anni solo attraverso una maggiore immigrazione», spiega Roland A. Müller, direttore dell’Unione svizzera degli imprenditori.

Il piano d’azione contro la penuria di manodopera qualificata può essere scaricato qui.

 

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