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Buoni propositi: l'arte di procrastinare con stile

   
AITI
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Con l’arrivo del nuovo anno, la maggior parte di noi si trova coinvolta in una delle tradizioni più antiche e universali: la formulazione dei buoni propositi. Sì, quei magnifici capolavori di auto-inganno che ci promettiamo di realizzare, convinti che il semplice passare da un calendario all'altro trasformi magicamente le nostre abitudini.

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La prima sfida di ogni aspirante miglioratore di sé è quella di redigere una lista di buoni propositi sufficientemente lunga da far sembrare la Divina Commedia un biglietto da visita. Si parte con l'intenzione di affrontare ogni aspetto della vita, dalla dieta alla lettura, dallo sport al risparmio. Sì, perché la vita dovrebbe essere un campo di battaglia di auto-disciplina, no?

Il classico buon proposito di perdere peso è il Re Mida dei buoni propositi. Iniziamo l'anno convinti che la quinoa sarà il nostro nuovo migliore amico e che lasceremo il gelato solo per le emergenze nazionali. Ma già a metà gennaio, ci troviamo con una pizza davanti e una serie di impegni per aperitivi e cene in agenda, rimandati al nuovo anno “perché a dicembre è impossibile”.

L'idea di svegliarsi alle 5 del mattino per una sessione di jogging sembra una mossa geniale in teoria. La realtà, però, è che la sveglia diventa un simpatico oggetto decorativo e il nostro rapporto con il tapis roulant è esclusivamente visivo. Chi sa mai, forse il contatto visivo può bruciare calorie.

Promettiamo a noi stessi di combattere la procrastinazione con la stessa determinazione con cui lottiamo contro i dolori di stomaco dopo un chili con carne piccante. Ma poi ci rendiamo conto che il fascino irresistibile di cat videos su YouTube e l'ossessione per il refresh su Instagram sono più forti di ogni nostro sforzo.

Ci autoconvinciamo di essere in grado di fare tutto contemporaneamente. Lavoro, palestra, cucina, hobby, e chi più ne ha più ne metta. Pensiamo di essere dei supereroi della produttività. Tuttavia, scopriamo presto che cucinare mentre si risponde alle email può portare a risultati culinari discutibili e a risposte professionali altrettanto discutibili.

Ricordiamocelo, mentre ci apprestiamo a varcare la soglia del nuovo anno con le migliori intenzioni, è bene ricordare che la perfezione è sopravvalutata e che il segreto della felicità potrebbe risiedere nell'accettazione di sé stessi, buoni propositi irrealizzati compresi.

Quindi: che il vostro 2024 sia ricco di soddisfazioni, successi e, se proprio dobbiamo, anche qualche buon proposito mai mantenuto!

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