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Biomarketing: un nuovo modo di pensare il marketing

   
AITI
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Il marketing sta diventando una scienza sempre più complessa: non si tratta solo di capire come vendere un prodotto, cercando e analizzando le preferenze dei clienti e dei consumatori, ma è una branca che tiene sempre più conto dell’individuo non come insieme di dati, ma come persona in carne ed ossa. Anche le neuroscienze hanno trovato spazio all’interno del marketing – il cosiddetto neuromarketing – affiancandolo e diventando parte fondamentale per capire le esigenze del mercato. Tuttavia, anche questo concetto inizia ad essere obsoleto ed è stato necessario trovare una sua evoluzione: il biomarketing. Attraverso lo studio del sistema nervoso e la sua risposta agli stimoli esterni, gli esperti del biomarketing indagano i sentimenti, a livello neuronale ed emozionale, di fronte a beni e servizi che desideriamo acquistare.

Biomarketing-neuromarketing

Il biomarketing è dunque un nuovo approccio per la gestione dei rapporti con i consumatori e per comprendere meglio le loro preferenze. Il professore Giuliano Noci, che insegna strategia e marketing della school of management del Politecnico di Milano, ha pubblicato, nel 2018, il libro “Biomarketing”, definendo nel dettaglio cosa è. Noci definisce questo nuovo approccio, e in particolare il progetto sul quale stanno lavorando al Politecnico di Milano (PHEEL), una piattaforma di marketing che ridefinisce le categorie, gli strumenti e i processi alla base delle dinamiche di creazione del valore.

L’applicazione delle bioscienze e delle neuroscienze allo studio del comportamento dell’individuo diventa dunque di fondamentale importanza, poiché i sondaggi, le interviste, le ricerche di mercato non forniscono una rappresentazione completa dei probabili comportamenti futuri dei consumatori. È per questo che si è pensato dunque al biomarketing: attraverso la rilevazione di una serie di manifestazioni biologiche (come ad esempio la sudorazione, il battito cardiaco, la dilatazione della pupilla, ecc.), l’esperto della nuova tecnica e il suo team ottengono indicazioni precise riguardo a come l’individuo reagisce, valuta e filtra stimoli di comunicazione – solitamente in maniera del tutto inconscia. Oltre all’autodichiarazione che può fornire il consumatore attraverso un’indagine di mercato, il biomarketing indaga dunque anche la parte più nascosta, l’irrazionalità o, perlomeno, l’inconscio: avere cioè a disposizione una tecnologia e un metodo efficienti per interpretare in maniera affidabile le reazioni del consumatore a uno spot, a una pagina pubblicitaria, a un banner web, al design e al packaging di un prodotto. Secondo il professore Giuliano Noci infatti il 95% delle scelte sono di natura emozionale e l’interazione con il proprio cliente diventa una chiave di volta per avanzare strategie di marketing utili ed efficaci.

Biomarketing

La possibilità di poter usufruire in futuro di dati fisiologici ed emozionali permette un’analisi accurata del comportamento dei consumatori e può rappresentare un utile strumento integrativo di processi decisionali di business e di marketing che le aziende potranno decidere di utilizzare.

 

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