Per la terza volta, il Berner Generationenhaus ha condotto un'indagine rappresentativa in collaborazione con l'istituto di ricerca Sotomo, con l'obiettivo di stimolare un dialogo sociale sulle relazioni intergenerazionali sostenibili. Esso si interroga sui desideri e le aspirazioni degli svizzeri, esamina i conflitti e le aree di tensione tra le generazioni e verifica l'accettazione di idee di riforma per migliorare l'equilibrio generazionale.
La buona notizia è che in questa terza edizione non è possibile individuare una profonda frattura tra le generazioni. Il rapporto tra ricchi e poveri, tra destra e sinistra politica, tra aree urbane e rurali è visto dalla popolazione svizzera come una sfida significativamente maggiore alla coesione della Svizzera.
Solo un quarto di tutti gli intervistati ha l'impressione che in Svizzera sia in atto un allontanamento tra giovani e anziani. Tuttavia, gli intervistati più giovani la vedono diversamente: tra quelli di età compresa tra i 18 e i 25 anni, più della metà percepisce un divario generazionale.
Ciò può essere dovuto, tra l'altro, al fatto che questa fascia d'età si sente fortemente svantaggiata e vede il futuro particolarmente cupo. Inoltre, la divisione tra giovani e anziani percepita dai giovani potrebbe essere legata al fatto che i più giovani non si sentono sufficientemente compresi o considerati.
Così, le generazioni più anziane non sembrano realmente consapevoli della scarsa soddisfazione di vita e della mancanza di prospettive future dei più giovani. Questi ultimi sono la linfa vitale di ogni società; da loro provengono il coraggio, la creatività e la volontà di fare le cose in modo diverso rispetto alle generazioni precedenti. È quindi incoraggiante che nel Barometro delle Generazioni i giovani adulti vedano le maggiori possibilità di plasmare attivamente il futuro. Per le generazioni più anziane, questo significa: fare spazio, ascoltare, provare empatia per la situazione dei giovani e prendere sul serio le loro paure e preoccupazioni. Affinché ciò avvenga, è necessario un dialogo costante tra le generazioni.
I giovani non vogliono lavorare più a lungo
Sebbene il pensionamento sia ancora lontano, i giovani intervistati hanno un numero significativamente maggiore di motivi contrari a lavorare oltre l'età pensionabile. Sono sempre più convinti di volersi dedicare ad altro in età avanzata e che si lavora già abbastanza nella vita. Sembra che il lavoro assuma un significato diverso per le generazioni più giovani rispetto a quelle più anziane. Di conseguenza, l'idea di garantire la previdenza per la vecchiaia aumentando l'età pensionabile - e quindi una fase lavorativa più lunga - e allo stesso tempo riducendo il carico di lavoro durante la fase lavorativa non trova una maggioranza nemmeno tra i giovani. D'altro canto, l'idea di innalzare l'età pensionabile per coloro che entrano più tardi nella vita lavorativa, ad esempio a causa di una formazione più lunga, continua a godere del sostegno della maggioranza.
Tempo e denaro non è solo una questione generazionale
La tendenza a considerare il tempo libero più importante per le generazioni più giovani rispetto a quelle più anziane si osserva solo tra gli uomini. Tra le donne, la preferenza per il tempo libero è già presente in giovane età, ma aumenta con l'avanzare dell'età. Gli uomini più anziani, invece, attribuiscono un peso maggiore a un reddito più elevato rispetto al tempo libero, mentre i giovani hanno una preferenza per più tempo libero. È ipotizzabile che le generazioni più anziane siano più fortemente plasmate dalle attribuzioni di ruolo specifiche di genere e che, di conseguenza, gli uomini più veterani si identifichino maggiormente con l'attività lavorativa.
Il divario Corona sostituito dal divario di ricchezza
Nel 2021, la divisione tra sostenitori e oppositori delle misure di Covid 19 era la più grande linea di faglia socio-politica in Svizzera. Sebbene la pandemia sia ormai ampiamente superata, il 52% degli intervistati vede ancora un potenziale conflitto nelle misure contro la pandemia e le indica come un'importante area di tensione per la Svizzera. Come nel 2020, il divario tra ricchi e poveri è ancora una volta la principale linea di frattura secondo gli intervistati. Non solo l'attenuarsi della pandemia Covid 19, ma anche l'aumento del costo della vita dovuto all'inflazione e alla crisi energetica contribuiranno probabilmente a rendere nuovamente evidente questa linea di frattura. Anche il divario tra ricchi e poveri in Svizzera è considerato dagli intervistati significativamente maggiore rispetto al confronto europeo.
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