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L’auto elettrica ucciderà i posti di lavoro

   
AITI
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È oramai evidente che l’Unione europea non tornerà più indietro e dunque dal 2035 non sarà più possibile vendere auto con motore endotermico, quindi benzina e diesel in primo luogo. Una decisione che a giusta ragione può essere definita ideologica e demagogica. Vedremo in seguito perché.

I grandi gruppi dell’automobile, che devono ragionare su investimenti a medio e lungo termine, si sono già adeguati e stanno spingendo a più non posso lo sviluppo di gamme complete di auto elettriche. In realtà, il divieto di vendere auto endotermiche dal 2035 inizierà prima, perché già dopo il 2025 alcune marche di automobili inizieranno a vendere solo auto elettriche.

L’auto elettrica ucciderà i posti di lavoro (2)

L’avvento dell’auto elettrica porta con sé diversi problemi: quantità delle materie prime necessarie, smaltimento delle batterie, ritardi nella creazione della struttura di servizio alla clientela e, soprattutto, forte riduzione di tutta la filiera della componentistica legata ai motori endotermici. Si pensi ad esempio al fatto che nella filiera di BMW legata al motore endotermico lavorano oggi 70'000 persone e che con l’auto elettrica i posti di lavoro della filiera potrebbero essere solo 6'000. Analoga situazione per le altre case automobilistiche. L’impatto sociale dell’auto elettrica sarà dunque pesante e molte migliaia di posti di lavoro andranno persi in Europa, ma anche altrove. Oltretutto, dato che le materie prime sono in mano ai paesi asiatici, Cina in particolare, senza interventi dei governi europei che al momento non si intravvedono, il nostro continente potrebbe essere invaso da una massa di auto elettriche dei segmenti inferiori provenienti dalla Cina, mentre le case automobilistiche europee nel frattempo si saranno concentrate sui segmenti di spesa più alti. Insomma, l’auto elettrica almeno per il momento non è affatto un tipo di automobile a disposizione del grande pubblico come capacità di spesa.

Non da ultimo, gli Stati dovranno finanziare con soldi pubblici gli incentivi per calmierare il prezzo di vendita delle auto elettriche, ma siccome l’indebitamento di molti Stati è già elevatissimo, i sussidi sui prezzi non potranno fare miracoli.

Il tempo ci dirà se la strategia dirompente dell’Unione europea basata sul divieto del motore endotermico sarà quella vincente, o se piuttosto la soluzione migliore sarebbe (stata?) quella di affrontare la transizione ecologica attraverso il continuo miglioramento dell’impatto ambientale del motore tradizionale e lo sviluppo dell’idrogeno e dei biocombustibili (che continuano comunque entrambi ad essere sviluppati).

L’auto elettrica ucciderà i posti di lavoro (1)

Bisogna essere in chiaro sul fatto che le fabbriche attuali legate al motore endotermico non possono essere semplicemente convertite all’elettrico. Costruire l’auto elettrica significa proprio creare fabbriche completamente diverse per competenze e per sistemi di automazione. Ciò che richiede investimenti miliardari che poi andranno recuperati sui prezzi di vendita.

E allora, cosa resta da fare?

Sempre l’Europa dovrebbe darsi da fare molto di più per aiutare la filiera della componentistica dell’automobile, sia essa italiana, tedesca, francese o altro. In queste filiere troviamo tecnologia, innovazione, competenze professionali elevate, savoir faire, ecc. Buttare via tutto sarebbe davvero stupido. Insomma, l’auto elettrica rischia di provocare un bagno di sangue a livello sociale e del know how industriale. Avremo fatto un passo in avanti verso la riduzione dell’impatto ambientale, ma ad un prezzo sociale elevatissimo.

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