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L’auto elettrica? Inquina e consuma

   
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Hanno fatto molto discutere le recenti affermazioni del presidente di Toyota, Akio Toyoda, secondo il quale la corsa spasmodica all’auto elettrica è un business immaturo con costi energetici e sociali insostenibili. Diversi osservatori hanno attaccato il presidente di Toyota per il fatto che la casa automobilistica offre solo vetture con motori termici e ibridi. In realtà anche Toyota si sta indirizzando in forze verso l’auto esclusivamente elettrica. Nei prossimi dieci anni Toyota investirà 13 miliardi di dollari nell’elettrificazione dell’automobile. Le critiche di Akio Toyoda nei confronti della transizione verso l’auto elettrica non vanno tuttavia banalizzate, anzi vanno affrontate seriamente.

L’auto elettrica

Innanzitutto l’impatto ambientale dell’auto elettrica è molto lontano dall’essere zero. La sua produzione necessita l’utilizzo di diversi metalli oltre a ferro e alluminio, fra cui litio, cobalto, nickel, grafite e manganese, la cui estrazione ha un impatto ambientale più o meno rilevante. Evidentemente l’auto elettrica ha un impatto significativamente inferiore nel corso dell’utilizzo, ma il suo vantaggio energetico e ambientale rispetto ai motori tradizionali si evidenzia solo dopo alcune decine di migliaia di chilometri.

Anche la produzione di energia elettrica non è esente da critiche, poiché può causare ingenti emissioni di anidride carbonica. Proprio in Giappone l’elettricità viene ancora prodotta attraverso il carbone e il gas naturale. Anche in Europa circa il 45 per cento dell’elettricità viene prodotta da fonte termoelettrica, il 12 per cento dall’energia nucleare.

Inoltre bisogna considerare altri tre aspetti. Il primo è dato dal fatto che la Cina controlla la quasi totalità della produzione dei metalli necessari alla batteria elettrica. Ad esempio, i giacimenti di cobalto in Congo sono di fatto in mano a investitori cinesi. Per ovviare a questa situazione, soprattutto l’Europa sta spingendo fortemente la ricerca scientifica che permetta di estrarre metalli rari dall’acqua di mare. Inoltre, case automobilistiche come Renault produrranno la batteria elettrica completamente in Francia entro pochi anni.

L’auto elettrica Inquina e consuma

Il secondo aspetto è legato ai costi sociali. L’auto elettrica ha bisogno di un minor numero di componenti e di minore manutenzione. Una transizione troppo aggressiva e veloce verso l’auto elettrica mette in crisi l’intera filiera produttiva dell’automobile, generando ristrutturazioni che potrebbero causare molte migliaia di licenziamenti. È vero che nascono nuove opportunità, professioni e posti di lavoro, ma la transizione deve essere attentamente dosata. Sia per ragioni ambientali, sia per ragioni economiche.

Il terzo aspetto è legato alla capacità della rete di supportare la ricarica di un gran numero di auto elettriche. È stato calcolato che in Giappone l’utilizzo del 100 per cento di auto elettriche necessiterebbe un investimento in infrastrutture di 300 miliardi di euro. Secondo il costruttore Bosch, sulla terra non siamo in grado di produrre così tanta elettricità per far circolare solo auto elettriche. Più o meno la capacità è stimata attorno al 30 – 40 per cento. Certo c’è il progresso tecnico, che richiede però tempo; forse solo la fusione nucleare permetterà di trovare la soluzione.

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