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Attrarre i talenti della Generazione Z: cosa devono fare le aziende?

   
AITI
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Sono nati dopo il 1995 e entro il 2030 60 milioni di giovani appartenenti alla Generazione Z entreranno nel mondo del lavoro.

Cosa li caratterizza? Sono più autonomi, più ambiziosi e sono maggiormente esperti in tecnologie rispetto ai loro predecessori, i Millennias. Infatti i Gen Z sono nativi digitali per definizione, sono i primi a essere cresciuti con pieno accesso alla rete e alle nuove tecnologie e utilizzano una media di 5 dispositivi.

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La sfida verterà su come attrarre, trattenere e reclutare questa nuova generazione di talenti.

Una recente ricerca di Monster ha evidenziato che il 76% degli intervistati vuole essere responsabile della propria carriera e il 58% è disponibile a lavorare di notte e nei fine settimana se ben retribuito. Ma non è solo il salario a motivarli: vogliono un lavoro appassionante, di responsabilità e ricco di valori. Vogliono insomma sentirsi parte di un’organizzazione che può contribuire a migliorare il mondo.

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Questi aspetti stanno già imponendo un cambio di strategia in molte aziende, che non solo dovranno modificare l’approccio alla ricerca dei propri collaboratori, ma dovranno pure rivedere le proprie strutture interne per rendersi più attrattive nei confronti di questa nuova ondata di lavoratori. Una sorta di riprogettazione che vede prima di tutto la necessità di riuscire a trasmettere i valori su cui si basa l’azienda, aspetto fondamentale per la Generazione Z.

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