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L’assenteismo

   
AITI
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L’assenteismo sul posto di lavoro può essere un problema sia dal punto di vista del dipendente, sia da quello dell’azienda. Anche in Svizzera il fenomeno esiste, tuttavia bisogna sempre considerare la causa per la quale un collaboratore debba assentarsi dal lavoro, che può essere più o meno seria. I motivi possono essere molti, tra i quali la malattia, l’infortunio, il congedo maternità o paternità, il servizio militare o civile e i motivi personali e familiari.

Nel 2020, l’anno segnato dalla pandemia, le cause delle assenze sul posto di lavoro sono cambiate e il totale di ore lavorate in ambito professionale è diminuito. L’UST ha evidenziato che il totale di ore lavorate è diminuito del 3,7% rispetto all’anno precedente: il calo è dovuto a una forte contrazione del ramo servizio di alloggio e di ristorazione (-29%), dovuta ovviamente alle restrizioni sui viaggi e sugli spostamenti e alla conseguente perdita di turismo.

Lassenteismo

Per quanto riguarda l’assenteismo, la causa principale è stata il lavoro ridotto, seguito dai motivi di salute (malattia o infortunio) e da quelle per altri motivi (per esempio, quarantene imposte e limitazioni causate dalla pandemia). Il 2020 è stato un anno particolare dal punto di vista lavorativo, ma in realtà l’assenteismo è sempre presente, seppur per motivi diversi.

È naturale che l’assenza di un dipendente debba essere ritenuta giustificata e necessaria, poiché assentarsi per un motivo serio è un diritto del lavoratore e il datore non deve ostacolarlo in nessun modo. Il vero problema si pone quando il lavoratore accumula diversi giorni d’assenza e con motivazioni poco chiare, non sempre giustificabili o legate al contesto lavorativo. Il compito del datore è capire il motivo delle elevate ore di assenza, soprattutto se le motivazioni sono fallaci, indagando sull’ambiente del posto di lavoro, sulla soddisfazione del collaboratore riguardo alla propria professione e agli incarichi assegnatogli, parlando con i colleghi del team e, in un secondo momento, con il diretto interessato.

Soprattutto per motivi personali e legati alla sfera psicosociale, il datore dovrebbe tenere sotto controllo il suo collaboratore e, attraverso il dialogo, capire se ci sono pressioni sul posto di lavoro, soprattutto in termini di relazioni con gli altri colleghi o con i quadri dirigenti. Può capitare, infatti, che un dipendente inizi a mancare dal lavoro per motivi gravi – mobbing, pressioni, gelosie – che possono addirittura portarlo a un burnout. Il datore di lavoro deve monitorare e garantire un ambiente di lavoro sano, aperto al dialogo e collaborativo e i dipendenti devono sentirsi a proprio agio con i colleghi e con i capi, devono sentirsi parte di un team e di un’azienda, devono poter contare su aiuto e comprensione, al fine di evitare situazioni psicosociali malsane e conseguenti assenze prolungate o ripetute.

Assenteismo

L’assenteismo non è dunque un problema, ma lo diventa quando è causato da una situazione poco chiara sul posto di lavoro e che impatta sulla psiche del collaboratore: l’azienda ha il compito di preservare la salute dei propri collaboratori e mantenere alta la motivazione.

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