Inudstry-concept

Aiutare i caregiver nel conciliare l’assistenza ai propri cari e l’attività lavorativa

   
AITI
< Indietro

L’azienda deve avere a cuore il benessere dei propri collaboratori ed è proprio in quest’ottica che spesso il welfare aziendale si fa a carico anche di situazioni personali dei dipendenti. Un caso particolare è quello dei caregiver, ossia dei dipendenti che devono prendersi cura di un familiare che necessita assistenza. Una situazione di questo tipo può essere fonte di enorme stress per il dipendente che, oltre al proprio lavoro, deve preoccuparsi di un’attività secondaria altrettanto faticosa e impegnativa. Inoltre, gli effetti che un impegno di questo tipo provoca sulla carriera, sulla salute, ma anche sulla produttività aziendale, sono significativi. In primo luogo, le assenze per la cura di familiari non autosufficienti sono difficilmente pianificabili e, talvolta, è necessario prendere un periodo più o meno lungo di aspettativa professionale che, nei casi più gravi, può sfociare anche alla rinuncia dell’impiego. Poi, il rischio di burnout è elevato, a causa dello stress.

Aiutare i caregiver nel conciliare l’assistenza ai propri cari e l’attività lavorativa_1

Un “benessere vacillante” non aiuta in alcun modo il dipendente e l’azienda deve saper fronteggiare il problema per aiutare il proprio lavoratore. Sempre più aziende, infatti, sono alla ricerca di strumenti per supportare i lavoratori caregiver nel conciliare il lavoro con i loro impegni di cura e questi rientrano nel programma del welfare aziendale.

In Ticino sono ben 51mila le persone che dedicano il proprio tempo all’assistenza di un familiare. Per far fronte a questa problematica, lo scorso anno la Confederazione ha deciso di implementare nuovi congedi specifici.

In particolare, dal 1° gennaio 2021 è in vigore il congedo di assistenza ai familiari (art. 329h CO), che prevede il diritto all’esonero dal lavoro in caso di assenze di breve durata per l’assistenza a un familiare (genitori, figli, fratelli e sorelle, coniuge, partner registrati, suoceri e partner che convive con il lavoratore nella medesima economia domestica da almeno cinque anni ininterrottamente). Questo congedo è limitato al tempo necessario per l’assistenza e non può superare i 3 giorni per evento (e massimo 10 giorni all’anno). Qualsiasi problema di salute riguardante un membro della famiglia dà diritto a questo congedo (malattia, infortunio o invalidità).

Aiutare i caregiver nel conciliare l’assistenza ai propri cari e l’attività lavorativa

Dal 1° luglio 2021 è in vigore anche il congedo per figli con gravi problemi di salute. I genitori che devono assistere un figlio con gravi problemi di salute dovuti a malattia o infortunio, hanno diritto a un congedo retribuito, finanziato tramite IPG. Il congedo ha la durata massima di 14 settimane e può essere preso entro un termine quadro di 18 mesi, sia in una volta che in singoli giorni. Possono usufruire del congedo tutti i genitori che esercitano un’attività lavorativa per far fronte alle seguenti situazioni: si verifica un cambiamento radicale dello stato di salute fisica o psichica del figlio; il decorso o l’esito di questo cambiamento è difficilmente prevedibile oppure va considerata l’eventualità di un danno permanente o crescente oppure del decesso; sussiste un bisogno particolarmente elevato di assistenza da parte dei genitori; almeno un genitore deve interrompere l’attività lucrativa per assistere il figlio.

Fortunatamente, i congedi vanno incontro ai lavoratori. Ciononostante, queste misure non escludono che anche l’azienda aiuti i collaboratori che si prendono cura di familiare bisognosi d’assistenza, per esempio con orari flessibili o modellati sulle loro necessità, ulteriori congedi e pratiche di sensibilizzazione per gli altri colleghi.

Altri articoli del blog