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Ageismo: quando l’età pesa

   
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L’ageismo è una forma di pregiudizio o discriminazioni nei confronti di un individuo in ragione della sua età ed è una delle forme discriminatorie più presente sul luogo di lavoro. In particolare, sotto il termine ageismo si raggruppano tutti i comportamenti atti a svalorizzare e a denigrare le persone anziane: un fatto paradossale considerando che gli impiegati “senior” hanno svolto con impegno e dedizione il loro lavoro per anni e anni e possono costituire un’importante risorsa per l’azienda in termini di esperienza e capacità.

Ageismo quando l’età pesa  (2)

Il termine è stato coniato nel 1969 da Robert Butler, psichiatra e geriatra statunitense, ma è da pochi anni che se ne sente parlare anche alle nostre latitudini. È un comportamento, in parte, più difficile da individuare e da combattere rispetto al razzismo e al sessimo, poiché tende a manifestarsi in maniera pacata.

Fin dall’assunzione, gli impiegati più anziani tendono ad essere scartati e non ricevono un adeguato supporto per continuare a crescere e a imparare come lavoratori. Più difficile anche ottenere promozioni, bonus o semplicemente partecipare a corsi di formazione continua o attività aziendali, poiché l’azienda non li vede più come risorse, ma come impiegati alla fine della carriera, succubi della routine e senza possibilità né volontà di aggiornarsi e imparare.

I dipendenti più anziani, in caso di ageismo, vengono anche isolati, non rispettati dai colleghi e addirittura, nei casi più gravi, denigrati pubblicamente.

In Svizzera, nell’articolo 8 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera, si legge che «nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell’origine, della razza, del sesso, dell’età, della lingua, della posizione sociale, del modo di vita, delle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, e di menomazioni fisiche, mentali o psichiche». L’età viene dunque riconosciuta come criterio in base al quale nessuno può essere discriminato. Eppure, non sono previste disposizioni d’applicazioni né sanzioni.

Ageismo quando l’età pesa  (1)

Nel 2016, il politico Béglé Claude (PPD) aveva depositato un postulato dal titolo «lottare contro l’ageismo per agevolare l’impiego dei lavoratori senior», ma il Consiglio federale l’ha ritenuto non necessario: si legge che in Svizzera «i lavoratori senior sono ben integrati nel mercato del lavoro, il loro tasso d’occupazione è elevato e il numero di disoccupati è inferiore alla media […]. I lavoratori senior godono più spesso di rapporti di lavoro abbastanza stabili rispetto ai colleghi giovani e il loro rischio di ritrovarsi disoccupati è inferiore alla media». Tuttavia, a causa della mancanza di sanzioni, il fenomeno dell’ageismo può presentarsi anche nelle nostre aziende.

Cosa fare, dunque, per combatterlo? Promuovere una cultura aziendale che apprezzi e valorizzi le capacità dei lavoratori indipendentemente dall’età, per esempio creando processi in cui i lavoratori più anziani trasferiscano il proprio know-how a quelli più giovani; un’opportunità per imparare da chi ha più esperienza e tramandare le proprie competenze.

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