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Abolire la tassa di collegamento!

   
AITI
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Approvata di strettissima misura dal popolo nel 2016 e confermata da una sentenza del Tribunale federale, la famigerata tassa di collegamento (tassa sui posteggi) non è (ancora) entrata in vigore. La sua applicazione è prevista infatti dal 1° gennaio 2025, a meno di tardivi rinvii.

Quando il popolo la approvò nel 2016, la problematica ambientale era ai primi posti nelle preoccupazioni dei cittadini. Inoltre, i sostenitori riuscirono a fare credere loro che la tassa sarebbe stata a carico principalmente delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri.

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Diversi ricorsi successivi al voto popolare e il sopraggiungere della pandemia, che indusse il Governo cantonale dal soprassedere all’applicazione della tassa sui parcheggi, ci hanno portato quasi ai giorni nostri. Sì perché nel frattempo si è formato un comitato favorevole all’abolizione di questa tassa, che ha raccolto oltre 16’000 firme; dunque il popolo verrebbe chiamato una seconda volta a esprimersi sull’argomento, a distanza di oltre otto anni dalla prima volta. 

Il Tribunale federale esprimendosi sui ricorsi contro la tassa di collegamento, ha sì dato luce verde alla stessa, tuttavia a precise condizioni. Il cantone Ticino deve dimostrare che la tassa serve effettivamente a ridurre il traffico, altrimenti deve essere abolita! Nel progetto iniziale del Governo cantonale, quello andato in votazione nel 2016, assoggettati alla tassa sui parcheggi erano circa 29'000 posteggi. 15'000 adibiti nei luoghi di lavoro e 14'000 nelle aree commerciali. 
Ora, che una simile tassa serva a ridurre il traffico soprattutto veicolare non ci crede nessuno. 

Il Consiglio di Stato, consapevole che questa volta davanti alle urne sarebbe molto difficile vincere una seconda volta, si è inventato un controprogetto che ha sottoposto per approvazione al Gran Consiglio. Improvvisamente, vengono esentati dalla tassa i parcheggi nei centri commerciali, mentre rimangono assoggettati i parcheggi nei luoghi di lavoro. Con una motivazione che sfiora quasi il ridicolo: il commercio ha già grosse difficoltà congiunturali e non bisogna penalizzarlo ulteriormente. Forse che le lavoratrici e i lavoratori che posteggiano le loro auto nei luoghi di lavoro sono dei cittadini di serie B? Ma l’obiettivo della tassa non era quello di ridurre il traffico? 

E come raggiungo lo scopo se esento dalla stessa la metà dei parcheggi che voglio assoggettare? Detto per inciso, il settore della grande distribuzione ha già dichiarato che si oppone comunque alla tassa sui parcheggi anche se venisse esentato dall’applicarla!

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La tassa di collegamento costa circa 900 – 1'000 franchi all’anno per persona. Una tassa che non esiste oggi e che si aggiungerebbe a quelle che già paghiamo. Genererebbe ogni anno almeno 15 milioni di franchi sottratti dalle tasche dei cittadini che finirebbero nel calderone dello Stato. 

La tassa è già stata applicata a titolo facoltativo dalle aziende dal 2016 al 2020 in attesa della sentenza del Tribunale federale sui ricorsi presentati e non ha dato alcun risultato. A influenzare i comportamenti delle persone sono le abitudini e non tasse e imposte. In questi anni comunque, diverse aziende si sono mosse introducendo piani di mobilità condivisa e finanziando ad esempio gli abbonamenti ai mezzi pubblici. In diverse aziende oggi si posteggia solo se si arriva al lavoro almeno in due per auto. Ciò dimostra che la strada da intraprendere è quella dei piani di mobilità aziendali e della collaborazione fra nazioni e regioni per creare aree di posteggio al di là delle frontiere dove lasciare l’automobile e utilizzare il mezzo pubblico per spostarsi.

Nelle prossime settimane il Gran Consiglio dovrà esprimersi sul controprogetto del Governo cantonale. L’auspicio è quello che il Parlamento trovi il coraggio di abolire la tassa sui parcheggi spazzando via anche il controprogetto. Se così non sarà, il popolo tornerà alle urne per esprimersi sull’argomento. La tassa sui parcheggi sarebbe a carico principalmente delle persone residenti in Ticino e sfavorirebbe particolarmente le persone che hanno bisogno dell’auto per spostarsi, magari perché vivono nelle valli e/o lavorano a turni. In autunno è previsto l’ennesimo aumento dei premi di cassa malati; con che coraggio il Parlamento se la sentirebbe di sostenere il Governo nel sottrarre ulteriori soldi dalle tasche dei cittadini?

 

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