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14 dicembre 2032, rilasciato il 100millesimo permesso G

   
AITI
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Dopo le prime settimane di lavoro in Svizzera oggi ho ricevuto una bellissima sorpresa. Il postino mi ha recapitato questa mattina una busta, qui a casa mia a Varese. Dentro c’era il mio permesso G per lavorare nel Cantone Ticino, un buono di CHF 200.-- da utilizzare in un ristorante a mia scelta e anche una gentilissima lettera, firmata addirittura dal Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica del Cantone Ticino.

 

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Gentile signora Francesca Macchi,

a nome del Governo del Cantone Ticino ho il piacere di darle il benvenuto nel nostro mercato del lavoro e di trasmetterle, insieme al suo nuovo permesso di lavoro, un piccolo pensiero, che le darà modo di apprezzare la gastronomia del nostro territorio.

Speriamo che lei possa gradire questo gesto, che facciamo sia per ringraziarla per aver scelto il nostro cantone come centro dei suoi interessi professionali, sia per celebrare un traguardo che è stato raggiunto proprio con l’emissione del suo permesso di lavoro.

Lei è la 100millesima persona con un permesso G valido oggi in Ticino, un numero davvero ragguardevole di lavoratrici e lavoratori che, con le loro competenze ed il loro lavoro, rappresentano un grande valore per tutta la nostra economia.

Augurandole di poter trovare qui da noi uno spazio favorevole per il suo sviluppo professionale, e magari anche un territorio da scegliere per una stabile residenza, la saluto molto cordialmente.

Il Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica del Cantone Ticino

Che dire? Sono rimasta davvero impressionata da questa cosa. Un Presidente che si prende il tempo di ringraziarmi, sono quasi emozionata. Non me l’aspettavo proprio.

Da quando c’è stata in ballo la possibilità di lavorare in Svizzera ne ho parlato con tanti amici e conoscenti, ma non mi sapevo decidere. Tantissime opportunità di lavoro aperte a volte mettono in imbarazzo, quasi troppa scelta.

Ho scelto la Svizzera, quasi controcorrente, sembra che molti frontalieri stiano valutando di tornare a lavorare in Italia. Gli incentivi, che la Regione Lombardia ha introdotto due anni fa per aiutare le imprese lombarde a convincere i lavoratori frontalieri a ritornare, sono davvero interessanti.

 

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Spero di aver fatto la scelta giusta, vedremo. L’azienda che mi ha assunta ha dimostrato davvero di volermi a tutti i costi. Aldilà del salario, un pochino superiore alle altre offerte ricevute in Italia, mi hanno prospettato un lavoro interessante e soprattutto un percorso di crescita professionale che mi ha convinta.

Poi bisogna dire che in Ticino l’aria è parecchio cambiata rispetto a solo dieci anni fa. Erano i tempi degli slogan “Prima i nostri”. Tempi in cui l’irritazione dei ticinesi nei nostri confronti era evidente, ci consideravano dei ladri dei loro posti di lavoro. Pensa un po' che cambiamento in soli dieci anni, oggi mi accolgono con un regalo e una lettera del loro Presidente.

I nomi ed i fatti citati in questo articolo sono frutto della pura fantasia dell’autore.

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