C'era una volta, in un vasto regno prospero e ricco di risorse, un piccolo territorio chiamato Lamentia. Questo territorio si trovava a sud di un più vasto regno, circondato da maestose montagne verdi, laghi cristallini e fertili valli. Gli abitanti di Lamentia, chiamati Lamentiani, vivevano in una terra di abbondanza, ma sembravano non accorgersene.
Ogni giorno, i Lamentiani si alzavano con il sole e si radunavano nella piazza del villaggio per lamentarsi. "Gli stranieri ci rubano il lavoro," diceva uno. "Il governo centrale non ci ascolta," aggiungeva un altro. "La nostra qualità della vita peggiora ogni giorno," concludeva un terzo. E così, le loro giornate trascorrevano nel mormorio incessante delle lamentele.
Nonostante i campi rigogliosi, i mercati ben forniti e l'aria pura delle montagne, i Lamentiani non erano mai soddisfatti. Il territorio era noto per i suoi fiumi d'oro e le miniere di gemme preziose, ma gli abitanti non trovavano mai il tempo di apprezzare queste ricchezze. "Perché preoccuparsi di cose così banali quando c'è così tanto di cui lamentarsi?" dicevano tra loro.
Un giorno, un giovane straniero di nome Arin arrivò a Lamentia. Arin era un viaggiatore curioso, attratto dai racconti delle meraviglie di quel territorio. Egli osservò con stupore i panorami mozzafiato e le risorse in abbondanza, ma fu subito sorpreso dal comportamento dei Lamentiani.
Arin decise di parlare con alcuni abitanti. "Perché vi lamentate tanto?" chiese. "Non vedete quanto siete fortunati a vivere in un luogo così ricco e bello?"
"Tu non capisci," rispose un anziano del villaggio. "Non è facile vivere qui. Gli stranieri vengono e vanno, il governo ci ignora, e la nostra qualità della vita peggiora."
Arin non riusciva a comprendere. Passò giorni a esplorare il territorio, scoprendo bellezze naturali e risorse inesplorate. Decise di aiutare i Lamentiani a vedere le cose in modo diverso. Raccolse i bambini del villaggio e li portò in una delle valli più verdi, dove raccontò loro storie di terre lontane, meno fortunate di Lamentia.
"Vedete questi campi?" disse ai bambini. "In molti luoghi, la gente sogna di avere tanta abbondanza. Vedete questi laghi? In molte terre, l'acqua è scarsa e preziosa."
I bambini ascoltarono con attenzione e cominciarono a guardare il loro mondo con occhi nuovi. Tornarono a casa loro e con grande curiosità domandarono ai loro genitori: "Perché la gente si lamenta? Arin ci ha detto che abbiamo tutto ciò che ci serve. Dobbiamo solo aprire gli occhi e apprezzare quello che abbiamo."
“Di cosa state parlando? Chi vi ha messo in testa queste idee bislacche? Chi è questo Arin? Qui siamo a Lamentia e sappiamo benissimo dove stanno i problemi. Dobbiamo difenderci da chi viene da fuori e chiedere che ci venga dato sempre di più. Bambini tornate a giocare e smettetela con queste baggianate!”
Con questi precisi insegnamenti ben chiari in mente i bambini diventarono ragazzi e poi donne e uomini, e cittadini e polici e governanti. Con costanza si dedicarono a tramandare l’arte del lamento ma con il tempo le cose peggiorarono però sensibilmente. Il mondo esterno sembrava averli dimenticati. Gli stranieri, che un tempo portavano nuove idee e collaborazioni, smisero di arrivare. Il governo centrale, alle prese con problemi interni e crisi in altre parti del regno, ridusse drasticamente i contributi e l'attenzione verso Lamentia. Le strade che collegavano il territorio al resto del regno iniziarono a deteriorarsi, rendendo i viaggi difficili e isolando sempre di più la comunità.
Senza il sostegno esterno e con risorse limitate, i Lamentiani si trovarono a dover affrontare sfide sempre maggiori. Le scuole e gli ospedali, privi dei fondi necessari, cominciarono a chiudere o a funzionare a intermittenza. La mancanza di infrastrutture adeguate rese difficile lo sviluppo delle imprese locali, e molte famiglie furono costrette a ridimensionare le loro attività o a chiuderle del tutto.
La popolazione, scoraggiata e stanca, tornò a riunirsi nella piazza del villaggio, ma questa volta le lamentele erano sostituite da un silenzio rassegnato.
Arin, il giovane straniero, rimase un ricordo lontano, una figura di un tempo in cui la speranza sembrava possibile. Gli abitanti, un tempo pieni di promesse e di progetti, si trovarono a vivere di stenti, cercando di sopravvivere giorno per giorno. Le meraviglie naturali che li circondavano divennero un triste contrasto con la loro realtà quotidiana, ricordando loro costantemente ciò che avevano perso.
E così, Lamentia divenne un monito per il regno intero: una terra di ricchezze inestimabili, caduta in rovina per l'incapacità di vedere e valorizzare ciò che aveva. I Lamentiani, pur nella loro sofferenza, impararono una lezione dolorosa: la vera prosperità non dipende solo dalle risorse materiali, ma dalla capacità di lavorare insieme, di adattarsi e di apprezzare ciò che si ha, anche nei momenti più difficili.
E vissero tutti in una triste consapevolezza, sperando che un giorno, qualcuno, da qualche parte, avrebbe ricordato la loro storia e avrebbe imparato da essa, evitando gli stessi errori.